Mastering Audio cos’è e come viene fatto

Il mastering audio è la fase finale e più critica del processo di produzione musicale. Si tratta del processo di affinamento e lucidatura del mix finale di una registrazione per ottenere un suono equilibrato e coeso.

Che sia un produttore musicale, un ingegnere o un artista, il mastering audio è lo step essenziale per perfezionare il suono di un brano. Comporta l’utilizzo di una serie di tecniche, come l’equalizzazione, la compressione e la limitazione, per far emergere il miglior suono possibile in un mix.

L’obiettivo con il brano finito e masterizzato dovrebbe suonare ugualmente bene su un’ampia gamma di dispositivi. Quando si masterizza un EP o un album, anche i singoli brani vengono allineati tra loro, in modo che l’album nel suo complesso abbia un suono omogeneo.

In questo articolo, esploreremo l’arte del mastering audio e forniremo suggerimenti e best practice per ottenere un suono di qualità professionale.

Cos’è il Mastering e perché è necessario

Il mastering è la fase finale del processo di produzione musicale.

Comporta la regolazione del bilanciamento del mix, l’applicazione di effetti come l’equalizzazione, la compressione e la garanzia che la musica suoni bene su un’ampia gamma di sistemi di riproduzione. Il mastering è importante perché contribuisce a far emergere il meglio della musica e a garantire un suono professionale e curato.

Il mastering viene spesso eseguito da un tecnico specializzato, che dispone di conoscenze e attrezzature specifiche. Il tecnico di mastering ascolta il mix su un o più sistemi di riproduzione di alta qualità e apporta sottili modifiche all’equalizzazione, alla compressione e ad altri parametri per far emergere il pieno potenziale della musica come effetti per aggiungere profondità e ampiezza al suono.

Oltre a migliorare il suono della musica, il mastering è importante anche per ragioni tecniche. Assicura che la musica sia formattata correttamente per la distribuzione e che soddisfi gli standard del settore per quanto riguarda il volume e la gamma dinamica.

Il mastering fatto bene di un brano garantisce che il suono sia perfetto su un’ampia gamma di sistemi di riproduzione e che sia pronto per essere distribuito agli ascoltatori di tutto il mondo.

Il master finito viene riprodotto nel formato corretto per il rispettivo supporto di riproduzione e inviato all’impianto di stampa o al distributore digitale.

Cosa viene fatto durante il mastering

Le seguenti sono le fasi e strumenti di elaborazione più comuni che ogni ingegnere esegue in fase di mastering.

Rimozione del rumore

Una fase molto importante del mastering è la rimozione dei rumori, come i click, il ronzio di rete o il sibilo eccessivo. Questo deve essere fatto il prima possibile, altrimenti il rumore diventerebbe sempre più forte nell’elaborazione successiva e quindi più udibile. Spesso piccoli scoppiettii o difetti non sono nemmeno percepibili nell’ambiente di missaggio, ma appaiono solo sui tool di masterizzazione hi-end.

Limiting

Il mastering può talvolta significare che il brano in questione è mixato in modo così perfetto che il tecnico di mastering non deve nemmeno intervenire con azioni correttive. Tuttavia, viene sempre utilizzato un cosiddetto limitatore brickwall.

Un limitatore brickwall impedisce che i picchi di livello superino il limite superiore digitale di 0 dBFS, che porterebbe a spiacevoli distorsioni digitali. Quando si esegue il mastering per i servizi di streaming, i limitatori vengono addirittura ridotti a -1 dBFS – -2 dBFS, in quanto possono verificarsi nuovi picchi di livello durante la conversione in mp3 o altri formati lossy.

Equalizzazione

L’equalizzatore è lo strumento di masterizzazione per eccellenza. Da un lato, l’equalizzatore crea un equilibrio tra bassi, medi e alti, dall’altro abbassa le frequenze di disturbo.

Con l’equalizzatore, un tecnico di mastering può anche intervenire (in misura limitata) sul mix, ad esempio alzando le frequenze tipiche della voce per portarla un po’ più avanti nel mix.

Con un equalizzatore si può anche influenzare l’ampiezza stereo nel mastering, ad esempio alzando leggermente gli acuti dei segnali laterali. Per ognuno di questi compiti, esistono diversi equalizzatori più o meno adatti. Negli studi di mastering, spesso si trovano fino a quattro o cinque diversi equalizzatori nel rack, oltre a diversi plug-in di equalizzazione di produttori diversi.

Compressione

Un’altra fase molto diffusa nel mastering è la compressione, cioè la limitazione della gamma dinamica disponibile. Questo fa sì che un mix o il master finito sembrino più incisivi e omogenei.

A differenza del missaggio, dove i singoli segnali possono essere ridotti di -12 dB, nel mastering il motto è “meno è meglio è”. Spesso una compressione di – 0,5 dB è sufficiente per dare al mix la “colla” aggiuntiva di cui ha bisogno. Ci sono compressori per il mastering che funzionano in modo così pulito e trasparente da non essere nemmeno “sentiti”. Altri compressori sono usati deliberatamente per colorare il suono, ad esempio i compressori valvolari.

Compressione multibanda

Soprattutto nella musica elettronica moderna, le persone amano lavorare con un compressore multibanda.

Un compressore multibanda funziona come un compressore (a banda singola), con la differenza che è possibile comprimere separatamente le diverse gamme di frequenza. Questo può essere importante quando si esegue il mastering di musica House, ad esempio, per tenere sotto controllo la gamma dei bassi. O per catturare i picchi di volume di una voce.

I pareri dei “masterizzatori” differiscono sull’argomento “compressione multibanda”: per alcuni è da escludere, poiché la divisione in diverse bande di frequenza può portare a spostamenti di fase e così via, mentre altri ne sono entusiasti.

Regolazione immagine stereo

Nel mastering, si può anche influenzare l’ampiezza stereo di un mix. Di norma, tende ad essere allargato, il che conferisce alla miscela una maggiore dimensione, a volte invece può anche essere ristretto.

Ad esempio, se la batteria e la voce sono mixate un po’ troppo silenziosamente nel centro stereo. Con la musica ad alta intensità di bassi che deve essere suonata in club, l’ampiezza stereo della gamma dei (sub)bassi viene solitamente ridotta a 0, il che corrisponde a un segnale mono.

In questo modo si evitano problemi di fase nei bassi, che possono causare cancellazioni o salti di livello. Questo si cerca di evitare assolutamente in un impianto di amplificazione di un club.

Saturazione

Le produzioni musicali digitali spesso sembrano piatte e bidimensionali. La saturazione invece può infondere un po’ di calore.

La saturazione aggiunge degli overtones al segnale originale e ha un effetto di compressione (saturazione). L’esempio più noto è la saturazione a nastro, che simula il comportamento di saturazione delle vecchie macchine a nastro analogiche. Ma anche le valvole e i trasformatori spesso portano a una piacevole compressione e abbellimento del segnale senza dover lavorare con un equalizzatore o un compressore.

Altri strumenti usati nel mastering

Gli strumenti descritti finora sono strumenti standard del mastering. Oltre a questi, sono possibili e talvolta necessarie molte altre operazioni di elaborazione.

Ad esempio:

  • DeEssing
  • Equalizzazione dinamica
  • Exciting
  • Automazioni
  • etc..

E qualche volta può essere necessario pensare fuori dagli schemi durante la fase di mastering, ma troppa creatività a questo punto della produzione può creare più problemi di quelli che ne risolve.

Conversione audio

Una volta che un brano o un album è stato masterizzato, deve essere riprodotto nel formato corretto. Per ogni supporto esistono determinati requisiti in termini di formato dei file, volume, livello di picco, ecc.

Lo sviluppo dei servizi di streaming come Spotify, Apple Music o YouTube può essere interessante per i tecnici di mastering: contrariamente alla “guerra del loudness” nel mastering dei CD, i fornitori di servizi di streaming hanno iniziato a uniformare il loudness di tutti i brani musicali. E questo a un livello fino a 6 dB inferiore al volume di un CD. Questo crea più spazio per la dinamica e la naturalezza nel mix e nel master.

Le Modalità di Mastering

Mastering Stereo

A questo punto conosci già il metodo tradizionale chiamato mastering stereo che, come descritto in precedenza, consiste nel fornire al tecnico di mastering il mix stereo finale di un brano. Il tecnico esegue quindi tutte le elaborazioni finali ritenute necessarie per il file (equalizzazione, compressione, immagine stereo, ecc.). Qualsiasi elaborazione effettuata influisce sull’intero mix stereo.

Mastering STEM

Una variante del mastering Stereo è il cosiddetto stem mastering, in cui non viene consegnato e masterizzato un solo file stereo, ma diversi stem stereo (= sottogruppi). Gli steli possono essere, ad esempio: Batteria, basso, strumenti e voce. In questo modo il tecnico di masterizzazione ha ancora più possibilità di intervento, ma di solito deve pagare per questo.

Mastering Digitale

Il mastering digitale è il processo di aumento del volume percepito e della chiarezza di un mix, utilizzando esclusivamente o principalmente tecniche e tool di elaborazione digitale.

Mastering Analogico

Il mastering analogico è il processo che utilizza esclusivamente apparecchiature analogiche. Le apparecchiature analogiche offrono caratteristiche sonore diverse rispetto al più moderno e comune processo di mastering digitale, rendendolo adatto a determinati generi e stili di produzione musicale.

Mastering Online

Con l’avvento di Internet, si sono affermati i servizi di masterizzazione online. All’inizio, questo significava solo che i musicisti o i produttori potevano inviare i loro brani via upload a uno studio di loro scelta in qualsiasi parte del mondo. Qualche anno fa, tuttavia, è apparso un nuovo tipo di servizio di masterizzazione online: Siti web che masterizzano automaticamente le canzoni utilizzando un algoritmo basato su software.

Chiunque può caricare le proprie canzoni, specificare vari parametri, ad esempio il grado di compressione o il genere musicale, e pochi secondi dopo scaricare il file audio masterizzato.

Alcune best practices per un buon mastering

Quando si tratta di masterizzare l’audio, ci sono diverse best practice che ti possono aiutare a ottenere il miglior suono possibile:

  • Usa tracce di riferimento: Scegli alcuni brani pubblicati in commercio con uno stile simile a quello del tuo mastering e ascoltali prima e durante il processo. Questo ti aiuterà a stabilire un suono di riferimento e a garantire che il tuo mix finale sia competitivo con altri brani professionali dello stesso genere.
  • Lascia headroom: Assicurati di lasciare abbastanza margine (circa -6dB) nel tuo mix per consentire un buon processo di masterizzazione. In questo modo eviterai il clipping e distorsione e dandoti più spazio per lavorare.
  • Risolvi tutti i problemi del mix: Prima della masterizzazione, assicurati di risolvere eventuali problemi di mixaggio, come rumori eccessivi, frequenze stridenti o livelli sbilanciati. Questi problemi saranno amplificati durante il processo di masterizzazione, quindi è importante risolverli in anticipo.
  • Usa diversi tool: Durante il mastering, utilizza una serie di strumenti come l’equalizzazione, la compressione e la limitazione per ottenere il suono desiderato. Sperimenta diverse impostazioni e tecniche per trovare il giusto equilibrio per il tuo mix.
  • Fai delle pause: Fai delle pause frequenti durante il processo per far riposare le tue orecchie e mantenere l’obiettività. Questo ti aiuterà a prendere decisioni migliori e a evitare la fatica dell’ascolto.